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Architettura

L’uso delle principali scale di riduzione nel disegno architettonico

Tra le numerose scale di riduzione disponibili ve ne sono alcune particolarmente usate nell’architettura:

1. La scala di riduzione 1:100 (1 cm sul disegno corrisponde a 1 metro nella realtà) è idonea alla rappresentazione del progetto architettonico. non tanto degli impianti tecnici delle abitazioni perché risulta in genere troppo grande per descrivere in modo dettagliato la tecnologia edilizia. Viene comunque utilizzata per le richieste di autorizzazione edilizia. in cui è necessario esplicitare almeno i tipi di tecnologie adottate. È logico utilizzare rappresentazioni molto sintetiche e fare ricorso (per completare le informazioni) a descrizioni testuali (scritte, legende, ecc.) o a riferì» menti a disegni in scale più piccole, mediante l’uso di simbologie grafiche e alfanumeriche.

2. La scala di riduzione 1:50 (1 cm sul disegno corrisponde a mezzo metro nella realtà) è abbastanza usata nel progetto architettonico. Consente infatti di mettere in evidenza maggiori dettagli: ad esempio, di un solaio è possibile distinguere, in sezione, lo spessore. Oppure, nelle pareti perimetrali, si possono evidenziare le intercapedini d’aria, gli strati isolanti, ecc.

3. La scala di riduzione 1:20 (1 cm sul disegno corrisponde a 20 cm nella realtà) è la più idonea per rappresentare la tecnologia edilizia e l’arredamento in un progetto. Con questa scala è possibile rappresentare l’intero edificio o parti molto ampie di esso su un unico foglio di disegno, indicando tutti i principali componenti.

4. La scala di riduzione 1:5 ( 1 cm del disegno corrisponde a 5 cm nella realtà) è utile per integrare la scala l:20 con la soluzione di dettagli costruttivi.

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Architettura

L’architettura di Rio de Janeiro: progetti ed edifici della capitale culturale del Brasile

Capitale del Brasile per molti anni, Rio de Janeiro ha rappresentato a lungo un terreno in cui sono prolificati progetti architettonici che rispondevano a principi di bellezza, funzionalità e sperimentazione. Disseminata di splendidi palazzi che spesso fra loro per eleganza, la città odierna presenta un ampio spettro di stili risalenti a un period“ che va dal XVII al XX secolo.

Nel centro di Rio si conservano alcune testimonianze di epoca coloniale. Tra le più signi Ecative ricordiamo le chiese costruite dai gesuiti nel XVII secolo, tra cui il bel Convento di Santo Antonio e il Mosteiro de Bento , entrambi del periodo barocco. Le 30 decorazioni degli interni, che sembrano quasi grondare oro, sono ben lontane dal rigore dalla misura che avrebbero caratterizzato in seguito l’architettura brasiliana.

La missione artistica (un gruppo di artisti e architetti scelti per portare nuova vita alla città) che giunse dalla Francia al principio del XIX secolo introdusse in Brasile un concetto di estetiq completamente nuovo. Il neoclassicismo divenne lo stile ufficiale dell’impero, oltre che materia di studio presso la neonata accademia Imperiale. Le costruzioni dell’epoca erano grandiose e monumentali dominate da elementi classici come alte colonne e vaste cupole tra i numerosi edifici degni di nota risalenti all‘inizio dell’Ottocento ricordiamo l’Institute Nacional de Belas Artes, il Theatro Municipal e la Casa Franca-Brasil considerata l’opera più rappresentativa dell’architettura di quegli anni. Fra i tratti peculiari della Cm figurano il suo allineamento con i punti cardinali, il grande spazio interno a forma di croce e la cupola monumentale.

La tendenza a ispirarsi ai modelli del passato segnò anche la produzione architettonica tardoottocentesca, come dimostrano edifici quali il Real Gabinete Portugues de Leitura: ultimata nel 1887, questo palazzo fu realizzato in stile manuelino (sviluppato in Portogallo all’inizio del XVI secolo), ravvisabile soprattutto nella facciata gotica e nel rilievo dato alla struttura metallica.

Va ricordato il Palacio Monroe (1906), riproduzione di una sontuosa costruzione neoclassica edificata, Saint Louis in occasione dell’ESposizione Universale del 1904. Sorgeva in Praga Floriano e 05pitò la cados Deputados (Camera dei Deputati), ma fu abbattuto nel 1976, caso purtroppo non unico, sull’onda della furiosa ‘riurbanizzazione’ cui fu sottoposta in quegli anni la città.

Le costruzioni dei primi del Novecento furono presentate al mondo tramite l’Esposizione Universale che si tenne a Rio nel 1922. In quell’occasione la città esibì i suoi capolavori d’architettura neocoloniale e la sua progettazione urbanistica, guadagnandosi la fama di città più moderna del Brasile. Un altro evento importante degli anni ’20 fu l’inaugurazione del Copacabana Palace, il primo albergo di lusso del Sud America la sua apertura avrebbe portato a un rapido sviluppo delle aree adiacenti alle spiagge.

Gli edifici sorti a Rio negli anni ’30 rivelano l’influenza delle correnti europee dell’architettura moderna, che ebbero un notevole impatto sui progetti di trasformazione urbanistica attuati nella città. Lo stile modernista si sviluppò di pari passo con l’ascesa al potere del presidente Vargas, il quale volle lasciare la propria impronta tramite la costruzione di ministeri, camere ufficiali e altre sedi di governo. Apoteosi dello stile modernista brasiliano è il palazzo del Ministero per la Salute e l’Istruzione, uno degli edifici pubblici più importanti di Rio nonché una delle poche opere progettate per la città dall’architetto francese Le Corbusier con la collaborazione di alcuni giovani architetti brasiliani. (Un altro progetto che rivela l’influenza di Le Corbusier è l’Aeroporto Santos Dumont, che fu portato a termine nel 1937.)

Gli anni ’30 segnarono anche il trionfo dell’art déco, caratterizzato dall’uso di forme geometriche ed essenziali e dall’abbondanza di decorazioni; sono particolarmente rappresentative di questo stile la stazione ferroviaria centrale e la statua del Cristo Redentor  sul Corcovado,

Tra gli architetti che lavorarono come assistenti di Le Corbusiervi fu anche il giovane Oscar Niemeyer, destinato a diventare un nome di fama internazionale. Dopo gli esordi nello studio di Lucio Costa ai tempi della collaborazione con Le Corbusier, Niemeyer si fece pioniere in Brasile, insieme a Costa, delle avanguardie europee e iniluenzò l’architettura carioca per i successivi 50 anni. Insieme, Costa e Niemeyer firmarono molti progetti da cui nacquero alcuni degli edifici più rappresentativi del Brasile.

A Rio, Niemeyer e Costa abbandonarono il neoclassico a favore dello stile funzionale, caratterizzato da un largo uso dell’acciaio e del vetro e dall’assenza di decorazioni. ll Museu de Arte Moderna (inaugurato nel 1958, p83) e la Catedral Metropolitana (iniziata nel 1964) sono emblematici di questo stile. Va ricordato anche il Museu de Arte Contemporanea  che si trova a Niteròi, presso Rio de ]aneiro, progettato da Niemeyer e considerato uno dei più affascinanti edifici del nostro tempo. La sua forma fluida ele sue curve delicate fanno pensare a un Bore appena sbocciato (anche se c’è chi associa la sagoma a quella di una navicella spaziale). La costruzione valorizza la bellezza del paesaggio circostante e offre spettacolari vedute di Rio.

Per oltre un cinquantennio Niemeyer ha firmato progetti innovativi, dando vita a opere che la critica ha definito dotate d’armonia, grazia ed eleganza insieme a Le Corbusier: ad altri architetti ha collaborato al progetto del quartier generale dell’ONU a New York, palazzo che fu completato nel 1953. A 102 anni compiuti, Niemeyer non accenna a rallentare l’ama vità e continua a frequentare il suo ufficio di Copacabana. (Per inciso, nel 1964 fu costretto all’esilio & causa della sua adesione al partito comunista, con cui peraltro mantiene contatti ancora oggi).

Fra le più recenti opere edilizie realizzate a Rio segnaliamo l’Hotel Fasano, il primo progetto ideato per il Brasile da Philippe Starck. Inaugurato nel 2007, il modernissimo albergo presenta un’elegante combinazione di legno, vetro e acciaio, ispirata allo stile in voga tra gli armi ’50 e ’60, l’epoca d’oro di Rio. Non mancano elementi originali creati da Starck, quali specchi dalle forme sinuose e un massiccio tronco di legno lungo 5 m che funge da banca della reception! Va menzionata anche la futuristica Cidade de Musica (Città della Musica) costruita a Barra da Tijuca, una sala concerti da 1800 posti, ultimata ma non ancora in funzionamento all’epoca della stesura di questa guida destinata ad accogliere la nuova sede dell’Orchestra Sinfonica del Brasile, è stata progettata dall’architetto Christian de Portzamparc, già vincitore del pronto Pritzker, ed è costata la bellezza di 518 milioni di dollari.

Estratto di architettura estratto dal libro “Rio de janeiro guida della citta lonely planet edt”

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Architettura

L’architettura della citta ideale secondo Leonardo da Vinci

Leonardo si interessò anche all’urbanistica e alla città di Milano in particolare, peri problemi di risanamento edilizio che presentava, specie dopo la peste che la colpì nel 1484, dai suoi studi emerge la progettazione di una città ideale, ossia pianificata secondo un’idea unitaria, e disegnata in vari particolari che assemblati fra loro visualizzano come po. teva presentarsi tale città se fosse stata costruita. Tale città doveva essere costruita vicino a un grande fiume (probabilmente il Ticino) le cui acque avrebbero rappresentato la soluzione a tanti problemi di trasporto e di igiene che la città poneva.

Le strade dovevano essere larghe quasi quanto l’altezza del palazzo signorile qui rappresentato. l palazzi porticati erano riservati agli uomini “gentili” mentre le strade basse al commercio e al trasporto delle merci. Ampie e ben arieggiate erano anche le strade sottostanti il palazzo, destinate al traffico degli animali e del commercio. Questo tipo di soluzione rispecchiava la necessità di eliminare o quantomeno ridurre le vie strette e malsane della città medievale.

Il foglio, databile tra il 1487 ed il 1490, riporta il disegno di un palazzo signorile. Nella breve nota posta in alto a destra, Leonardo chiarisce che le strade sottostanti il palazzo devono essere larghe quanto l’altezza dei palazzi, che qui vengono disegnati porticati e muniti di ampie finestre presenti in tutti i piani. In fondo al foglio altri tre disegni di diverso argomento: asta che solleva un peso, leva e carro con relativa didascalia.

Fonte: “Tecniche grafiche” (Atlas)

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Arredamento

Il disegno – rilievo dell’architettura: il rilevamento architettonico

 

Il rilevamento architettonico consiste nel misurare un intero edificio o parti di esso e nel riportarne le misure sul foglio da disegno, utilizzando in maniera appropriata i diversi metodi della rappresentazione.

il rilievo ha un’antica tradizione: il De Architettura di Vitruvio, scritto tra il 27 e il 23 a.C., può essere considerato il capostipite dei trattati di are chitettura basati sul rilievo dei monumenti contemporanei.

Fu tradotto e rimaneggiato da molti altri studiosi, da Fra’ Giocondo da Verona, nel XV secolo, ad Antonio da Sangallo. ecc.

Anche Leon Battista Alberti, nel suo De re aedificataria, si ispirò a Vitruvio: non sempre lo condivise, ma è certo che fece misurazioni a Roma, scavando fino alle fondamenta degli antichi edifici.

Francesco di Giorgio Martini nel Trattato sull’architettura civile e militare (I482) riporta numerosi disegni e indica le misure di edifici antichi ormai, purtroppo, in gran parte scomparsi. Suggerisce poi agli architetti di stendere i nuovi progetti ispirandosi agli edifici antichi e traendo da esempi di grande aiuto nella progettazione.

Dal secolo XVI in poi fioriscono altri trattati di architettura che riporta» no i rilievi di antichi edifici. Tra essi ricordiamo i sette libri di architettura e Le regole generali di Sebastiano Serlio, i Quattro libri di architettura del Palladio, la Regola dei cinque ordini di iacopo Barozzi da Vignola, i testi delle

idee dell’architettura universale dello Scamozzi e i taccuini di disegni e schizzi dei principali monumenti di Roma, prodotti in epoche successive da vari architetti, quali Bramante, Peruzzi, Sansovino e Piranesi.

i disegni, riportati in una scala precisa e accurata, vengono corredati dalle misure complessive e da quelle di singoli particolari, inseriti in studi di dimensionamento e proporzione e con notazioni sui materiali costruttivi e gli eventuali colori.

il rilievo può essere considerato come strumento di conoscenza e ana~ lisi dell’architettura e dello spazio urbano ed esige una capacità interpretativa del rapporto tra l’architettura e la sua rappresentazione secondo i parametri storici, progettuali e culturali.

infatti, oltre alla puntigliosa misurazione dimensionale dello stato attuale di un edificio, il rilievo deve tendere a una conoscenza globale dell’opera, cogliendone i valori formali, percettivi, costruttivi e tecnologici, per poi tradurli in rappresentazione codificata.

Per la rappresentazione grafica ci si può avvalere di diversi mezzi espressivi, dallo schizzo dal vero alla restituzione con gli strumenti digitali, dallo studio di schemi visivi alla fotografia e alla fotogrammetria aerea.

(tratto da “Tecniche grafiche”) Atlas

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Architettura

L’architettura romanica in Campania: caratteristiche principali

La fioritura del romanico nella regione è legata per lo più al movimento benedettino ed ai suoi due centri di Montecassino e San Vincenzo al Volturno, da cui giunsero gli influssi più diretti nella regione: il ciclo di affretcbi di S. Vincenzo al Volturno, nell’attuale Campania, del IX secolo, si può considerare il prototipo di tutta la pittura romanica in Campania e Abruzzo. Tale ruolo per l’architettura spetta al grandioso S. liberatore alla Maiella, ricosrruito nei primi anni dell’XI secolo dal monaco Teobaldo proveniente da Montecassino.

Dimostrazione della libertà con cui l’architettura romanica usa delle testimonianze classiche è la chiesa di S. Pietro ad Alba, costruita sopra un tempio dedicato ad Apollo del quale conserva, integrate nella struttura del XII secolo, numerose tracce… Poco distante, presso Rosciolo, è la piccola S. Maria in Valle porclaneta, con la splendida iconostasi. Ma le due testimonianze maggiori del romanico abruzzese sono il complesso di Corfinio (Cattedrale di S. Felino e Oratorio di S. Alessandro), risalente al v secolo e ricostruito nel XII, dalle grandiose absidi, e l’abbazia di S. Clemente a Catarina. dal ricco patrimonio decorativo, nella quale ti iniziano a percepire i caratteri di transizione verro il gotico ciriercense.